Già, amarezza social. E’ un po’ di giorni che reggo Facebook sempre meno: mi pare assomigli ogni giorno di più ad un terreno di scontro, più che di scambio. Per non parlare di quando addirittura si trasforma in vera e propria manifestazione di violenza, anche se verbale.
E’ successo oggi, ma non è la prima volta nè sarà l’ultima.
La notizia l’avete letta tutti: una bambina di diciotto mesi è morta perché dimenticata in macchina dalla mamma.
Una tragedia indicibile, una di quelle vicende che dovrebbero provocare solo silenzio e dolore. Già, perché non sappiamo che storia ci sia dietro quella donna: non sappiamo se è stanca, se è depressa, se aveva problemi di salute, o solo di stanchezza. Non sappimo nulla, appunto: ma solo del passato. Perché il futuro, purtroppo, è facile immaginare: difficile sopravvivere ad un simile dolore, ieri non è morta solo una bambina, ma anche la mamma.
Eppure, sulla bacheca di questa donna, una sequela di insulti. E proprio non riesco ad immaginare come solo sia possibile pensare di fare una cosa del genere: per fortuna ci sono anche messaggi solidali, di donne che capiscono – perché *sanno* che al suo posto purtroppo avrebbero potuto esserci parecchie di noi – ma quegli insulti fanno male perchè parlano di una umanità sempre più *disumanizzata*. E che non ha paura di mostrarsi al mondo in tutta la efferatezza emozionale.
Ironia della sorte, l’ultimo messaggio postato da quella donna un articolo dedicato alle donne, e al perché queste ormai non ce la facciano più. Quasi un presagio, che aumenta la tristezza: e che chi è donna e ha provato la fatica quotidiana fatta della paura di non farcela dovrebbe capire.
Per cui, oggi, su facebook non voglio scrivere niente. Non voglio mettere in piazza il mio dolore per quella bimba e per quella donna. Preferisco scriverlo qua, dove spero possa essere meglio compreso.
Detto questo, torniamo alla cucina.
Da un po’ volevo pubblicare la ricetta dell’hummus di ceci, ma per mancanza di tempo questa è rimasta in archivio insieme a tante altre. Ma in questi giorni ho voglia di freschezza – magari si è capito anche dalla pubblicazione dello Tzatziki di ieri – e allora vado. Prima che me ne scordi ancora. Non so voi, io ne vado matta.
LA RICETTA DELL’HUMMUS DI CECI
300 grammi di ceci bolliti (ovviamente, molto meglio se bolliti da voi partendo da quelli secchi)
1 cucchiaio di olio extravergine di oliva
pizzico di sale
3 spicchi di aglio
1/2 bicchiere di Tahini (io uso quella di Fior di Loto)
1/4 bicchiere di succo di limone
1/2 bicchiere di acqua
Prezzemolo e paprika dolce per decorare
Preparazione
Mettete i 300 grammi di ceci, l’aglio ben pestato, il Tahini, l’olio e il succo di limone in un food processor o frullatore e riducete in crema il tutto.
Dopo i primi secondi assaggiate e aggiungete del sale e dell’acqua (io ne ho aggiunto 1/2 bicchiere). Rimettete in moto per alcuni secondi. Dovreste ottenere una cremina morbida spalmabile. Se non siete sicuri delle dosi aggiungete l’acqua un po’ alla volta fino a raggiungere la consistenza desiderata.
Togliete dal processor e mettete in una terrina, aggiungendo un filo d’olio EVO e sistemando al centro i ceci lasciati interi ed una foglia di prezzemolo. Decorata anche i bordi, se vi va, con i rebbi di una forchetta ed una spolverata di paprika.