Di solito non accetto inviti ad eventi da parte di grandi marchi: trovo che questi abbiano troppo spesso abbiano un taglio più pubblicitario che informativo e per questo tendo a declinarli quasi tutti. Quando ho saputo di “Olio Sotto Zero”, l’evento organizzato da Sagra e dedicato interamente all’olio extra vergine d’oliva, ho invece accettato al volo.
(foto di Le Farfalle nello stomaco)
In questo caso, il programma prevedeva un minicorso sull’assaggio dell’extravergine e siccome questo è uno dei miei sogni ancora irrealizzati, ho accolto con gioia l’invito e non me ne sono pentita. Anzi.
Nel corso della prima parte della giornata siamo stati accompagnati da Daniele Piacenti, master blender di Sagra , alla scoperta delle caratteristiche dell’extravergine. Un prodotto di eccellenza non solo italiano, ma di tutta l’aera del bacino del mediterraneo
La stessa storia del Mediterraneo, infatti, coincide sotto molti aspetti con la storia dell’olio di oliva: le prime olive coltivate risalgono a 6000 anni fa in Medio Oriente. In seguito, la sua coltivazione si è diffusa in tutta l’area mediterranea grazie prima ai greci e in seguito ai Romani fino ad arrivare a vedere nel 1400 Italia diventare il maggior produttore europeo – e quindi, vista la data, del mondo – di olive.
Ancora oggi l’85% della coltivazione mondiale è nel bacino del Mediterraneo (Spagna per il 65%, Italia per il 13% Grecia per il 12% ) anche se ultimamente si stanno affermando anche nuovi produttori extraeuropei.
A parte questa breve introduzione storico-geografica, la parte sicuramente più interessante della breve relazione è stata sicuramente quella relativa alla qualità del prodotto finale: grazie alla sua illustrazione ho infatti scoperto cose davvero nuove ed interessanti per me. Per esempio, io non sapevo che quello che caratterizza davvero la produzione non è tanto il tipo di olivo, quanto il fattore ambientale come – per esempio il clima – e le modalità di raccolta. Questa è la fase più critica per l’ottenimento di un buon olio. In passato veniva eseguita esclusivamente a mano mentre oggi, grazie alle nuove tecnologie, è stata meccanizzata, permettendo così di ottenere un considerevole risparmio di tempo dalla raccolta alla spremitura ed una migliore qualità del prodotto finale .
Ma soprattutto Daniele Piacenti ci ha fatto una breve ma intensa ed interessante lezione su come si assaggia un olio. Tre oli, anzi: uno italiano – pugliese – , uno spagnolo ed uno greco.
Se volete provarci, e ve lo consiglio vivamente, armatevi di un bicchiere – meglio se non trasparente, meglio ancora se blu – e seguite le indicazioni che trovate qui. Magari non riuscirete al primo assaggio a cogliere le sfumature di sapore più particolari – o a riconoscere cultivar o zona di produzione – sicuramente però imparerete ad riconoscere dettagli di sapore che vi aiuteranno sicuramente in futuro a scegliere il vostro olio con maggiore consapevolezza.
Un esempio di queste, sempre per mantenerci il più possibile nel vivo dell’esperienza totale a base di extravergine, l’abbiamo avuta nel pomeriggio.
Un corso sul gelato, tenuto da Vetulio Bondi, maestro gelatiere e presidente dell’Ass. Gelatieri Artigiani Fiorentini che ci ha mostrato come si preparano il sorbetto e il gelato all’extravergine.
Vetulio – oltre che simpaticissimo maestro di selfie – è un grande professionista che ci ha regalato il suo tempo per raccontarci il suo punto di vista sul gelato. Che può essere riassunto in una sola parola: QUALITA’. Le macchine, certo, sono e restano importanti perché aiutano il lavoro riducendo i tempi ma secondo lui non c’è assolutamente bisogno di addensanti, stabilizzanti, insaporitori etc etc. Per fare un buon gelato basta usare prodotti di qualità e dosarli nel modo giusto.
Infine, come se tutto questo non bastasse: la sorpresa finale. Un regalo a base di olio di oliva: i prodotti dell’Erbario Toscano, assolutamente una sorpresa per me.
Insomma, una giornata piacevolissima. Da cui sono tornata più ricca: di sapori e profumi, certo, ma soprattutto di conoscenza in materia di extravergine.