Forse vi siete già accorti di questo hashtag: #slothinking e – magari – vi siete pure accorti del sito nato per dare voce a questo progetto.
Nel caso vi sia sfuggito, provo a raccontarvi in breve di cosa si tratta.Per me, e per altre persone che vivono la rete e l’essere foodblogger come me, internet vuol dire soprattutto #FareRete. Per crescere insieme, sia in contenuti che in numeri, e scegliendo di vivere quotidianamente il nostro essere foodblogger come un gioco di squadra.
Per questo, vi dicevo, è nato #slowthinking. Se il concetto vi ispira, se volete valutare se partecipare a questo progetto, visitate il sito: troverete tutte le informazioni e anche la mail a cui inviare la richiesta di adesione.
Oltre a questo, però per noi #FareRete non significa soltanto creare legami tra foodblogger, ma anche cercare di raccontare il sogno di chi ogni giorno si ostina a difendere la sua terra e il suo lavoro con sacrificio e testardaggine. Scoprire e narrare un territorio e le sue eccellenze gastronomiche, grandi o piccole, conosciute o sconosciute, attraverso il lavoro di piccoli produttori e artigiani, rappresenta a pieno titolo la filosofia dello #slowthinking.
Quello che noi vorremmo è questo: un racconto, che sia fatto di sole parole, di sole immagini o entrambe le cose. Potete scrivere un racconto a quattro mani, per esempio, dove uno illustra e l’altro narra. Cercate il modo che sia più consono alla vostra personalità e abilità.
Nel secondo caso, troverete spazio sul sito www.slowthinking.it firmando il vostro post.
Nell’articolo, ci piacerebbe che spiegaste l’iniziativa, in modo da invogliare anche altri ad aggiungersi a questo coro di voci. Inoltre vi chiederemmo di utilizzare questa immagine come banner sul vostro blog e/o sui vostri canali social (linkando il sito) .
Raccontate, noi vi aspettiamo!
E magari, mentre ci pensate su, date un’occhiata a questi post che raccontano produttori. Sicuramente, vi daranno delle idee.
[contentblock id=3]