Confesso: quando ho accolto l’invito a partecipare a Molise Calling, non avevo ben chiaro a cosa stessi andando incontro. Le parole che descrivevano il progetto “il progetto strategico di marketing territoriale realizzato dal pastificio La Molisana e patrocinato dalla Regione e dal Comune di Campobasso” ad una prima lettura mi avevano dato l’idea di un incontro con le imprese del territorio a metà strada tra il marketing e la visita *istituzionale* e – confesso – ero stata sul punto di rifiutare. Troppi impegni, ultimamente, e la sensazione di vivere con il fiatone. Per non parlare dei giorni di ferie che vanno progressivamente, inesorabilmente, calando.
Poi, forse complice la telefonata con Fabrizio, ho ceduto. E ancora oggi, se penso a quello che ho rischiato di perdere, mi dò della cretina.
Già, perchè Molise Calling tutto è stato, tranne che marketing.
Ne racconterò un po’ per volta, ma il filo conduttore che ha legato tutte le diverse esperienze è stato l’amore per il territorio che sono stati capaci di trasmetterci i nostri ospiti. Tutti, indistintamente: tra gli altri, per esempio, Rossella Ferro che ci ha raccontato dello spirito familiare che ha dato vita al progetto di recupero de La Molisana, oppure la direttrice del Museo Sannitico di Campobasso che non si è risparmiata nel suo racconto fatto di passione prima che di storia del Territorio.
(Per vedere le foto in formato originale: 1. caciocavallo-12, 2. caciocavallo-4, 3. caciocavallo-3, 4. caciocavallo-2, 5. caciocavallo, 6. caciocavallo-13, 7. caciocavallo-7, 8. caciocavallo-9, 9. molise-11, 10. caciocavallo-14)
Ma il primo pezzo del racconto voglio dedicarlo a lui: Giovanni Nomaro, titolare del caseificio La Fonte Nuova di Casacalenda (CB). Non per le solite cose che si dicono in queste occasioni: la qualità dei suoi prodotti, l’ospitalità. l’eccellenza trasformata in lavoro quotidiano ed altre cose così. Voglio iniziare da lui, per le lacrime che – inaspettatamente – ci ha regalato durante il racconto della storia della sua creatura: il cacio in asse che, anche se nuovo nella sua ideazione, ha vinto il primo premio di un importante Concorso nazionale come Formaggi d’Autore 2003 a Saint Vincent.
Una cosa che mi ha tanto colpito che a queste lacrime ho voluto dedicare la prima delle ricette pensate per provare a raccontare un po’ dei sapori del Molise. Una pasta semplicissima, condita con tre soli ingredienti. Il caciocavallo, appunto – non troppo stagionato, in questo caso – , le fave e l’Olio extravergine di oliva “Colle Impiso” dell’Azienda Agricola Vinica.
- 300 gr di spaghetti quadrati La Molisana
- 200 gr di fave fresche già sgranate,
- 50 gr di caciocavallo non troppo stagionato La Fonte Buona
- Olio extravergine di oliva “Colle Impiso”
- Pelare le fave in modo da asportare completamente la loro pellicina esterna e frullarle in modo da ridurli in una crema piuttosto morbida.
- Aggiungere quindi il formaggio grattugiato ed emulsionare con abbondante olio extravergine di oliva.
- Al momento di condire la pasta, diluire con qualche cucchiaio della sua acqua di cottura e decorare il piatto con qualche fava intera e qualche strisciolina di caciocavallo.
- Volendo, decorare il piatto con una spolverata di pepe nero macinato al momento.
Insomma: facilissimo, tutto a crudo e pronto in cinque minuti.
Che ne dite?