Ho scoperto la ricetta di questi Spaghetti temprati al pomodoro del piennolo del Vesuvio di Peppe Guida grazie ad un post di Rosaria e mi ha incuriosito, anzi mi ha affascinato.
Prima però devo farvi una domanda, avete mai innaffiato una pianta di pomodori? Se sì allora sappiate che in questo piatto la prima cosa che riconoscerete saranno i profumi del pomodoro, da quelli delle foglie a quelli dei pomodori acerbi, per finire a quelli dei semi del pomodoro schiacciato.
Avete letto bene, le foglie! Perché anche quelle fanno parte del piatto. E che piatto! Se chiudete gli occhi ci sentirete dentro il mare.
- 360 gr di spaghetti (io ho usato quelli del Pastificio dei Campi)
- 20 pomodorini del piennolo del Vesuvio verdi
- 20 pomodorini del piennolo del Vesuvio Rossi
- Foglie di pomodoro
- Uno spicchio d'aglio
- Basilico fresco
- Sale e olio extra vergine di oliva
- Iniziate frullando i pomodorini verdi con olio e sale e poi passateli al setaccio raccogliendo solo l'acqua di pomodoro e tenetela da parte.
- Mettete una pentola d'acqua sul fuoco con le foglie di pomodoro.
- Nel frattempo in una padella capiente,dove avrete aggiunto olio e lo spicchio d'aglio, fate saltare a fiamma alta per pochi minuti i pomodori del piennolo rosso che avrete precedentemente schiacciato (vi consiglio di schiacciarli su una fetta di pane bruschettata).
- Spegnete la fiamma e tenete da parte, quando l'acqua avrà preso il bollore aggiungete il sale grosso, eliminate le foglie di pomodoro e calate gli spaghetti.
- A metà cottura circa rimettete la padella con i pomodori sul fuoco aggiungete acqua di cottura della pasta e versateci gli spaghetti e terminate la cottura aggiungendo acqua al bisogno.
- A cottura ultimata non vi resta che comporre il piatto, mettendo sul fondo dell'acqua di pomodoro a specchio. Formate,aiutandovi con un mestolo, un nido di spaghetti e disponetelo al centro del piatto, aggiungendo qualche pomodoro, una foglia di basilico e un filo d'olivo evo a crudo.
- Buon appetito!
Dimenticavo, questo piatto racconta tanto di chi lo ha creato. E a me dice che solo un grande chef, come Peppe Guida che cura direttamente i prodotti che porta in tavola, poteva pensarla e realizzarla.
Applausi