Magari non ve ne siete resi ancora conto, ma il confezionamento dei prodotti ha assunto nel tempo un’importanza fondamentale in parecchi settori produttivi. Uno di questi? La pasta, per esempio quella prodotta dalla Barilla, la cui scatola in cartone è uno degli esempio più eclatanti di quanto il il packaging – in questo caso, sagomato e di cartone – possa incidere sullo sviluppo di un efficiente sistema di pallettizzazione in grado di ottimizzare il trasporto della merce in tutto il mondo.
La storia della scatola blu parte dagli anni 30 ed è sicuramente un esempio di quanto una scelta indovinata a livello di packaging possa aiutare una azienda del calibro della Barilla nello sviluppo di una moderna rete commerciale.
Da allora, nonostante nel tempo si siano poi alternate diverse soluzioni di design, la sostanza del packaging è rimasta la stessa: una confezione che oggi, prendendo in prestito il gergo informatico, chiameremmo 2.0. La straordinaria logica funzionale dell’imballaggio ha proprio negli ultimi anni, ritrovato infatti nuova linfa nella necessità di abbassare l‘impatto ambientale dei consumi: la confezione, da questo punto di vista, è perfetta: non solo (grazie alla sua forma rettangolare ) continua a facilitare il trasporto ma si presenta come elemento facile da smaltire in quanto totalmente riciclabile. Una caratteristica, questa, in grado di fare la differenza in tempi in cui l’attenzione all’ambiente è considerato da molti consumatori come elemento irrinunciabile nella scelta finale.
Ma non è certo l’unico caso. Altro esempio, The Body Shop che ha deciso di eliminare la plastica da alcune delle confezioni dei suoi prodotti. Ponendosi l’obiettivo di ridurre l’utilizzo di plastica derivata da petrolio del 70%.
Oppure ancora, il cambio di packaging del consorzio Mozzarella di bufala campana DOP che punta a dare l’addio al tradizionale contenitore in polistirolo. La tradizionale confezione in polistirolo – altamente inquinante e di difficile e costoso smaltimento – utilizzata per il trasporto e per la protezione dell’alimento verrà sostituita da un nuovo contenitore, realizzato in cartone ondulato e ricoperto da un film in Pet.
Tutti questi casi non fanno che confermare che dietro questa innovativa concezione del packaging – e soprattutto nella sua capacità di modificarsi per adattarsi al mercato e alle sue esigenze – si possa nascondere una delle chiavi di successo di un’azienda.
Insomma: oggi come ieri è ormai assodato che la riuscita di qualunque progetto commerciale passa per la pelle che veste.
Articolo realizzato in collaborazione con Pantapack Solutions.