L’ho riconosciuta appena l’ho vista: una rosa coraggiosa. Rovinata dal freddo, strapazzata dal vento, eppure stupenda ed austera. Ed il pensiero, come sempre accade ogni volta che i miei occhi incrociano petali tanto rovinati da un freddo invernale, è a lui che è corso. Ad Aldo, che manca da tanto e pure è sempre qui, inesorabilmente presente nella mia mente e in quella di chi ha avuta la fortuna di conoscerlo.
E non ho resistito alla tentazione di fotografarla. Ed ora, aspetto le pesche. Che preparerò ripiene, sorridendo e pensando a lui, ai suoi capelli rossi, alla sua solitudine, alla sua casa al Terziere. Che ancora non sono riuscita a tornare a visitare, dopo di lui.
Ciao, Aldo.
Ci manchi.
LA ROSA CORAGGIOSA
Ieri non c’era, sono sicuro.
Mi stupisco mentre guardo fuori, eppure e’ proprio li’, fragile, esposta, aggredita dal vento, in un contrasto irreale
di scheletri irrigiditi di legno nero, nuvole fumo.
E’ una rosa distratta, nata in questi giorni che e’ difficile scambiare per maggio, e’ rosa ed e’rosa ed e’ erosa.
Aggredita e vilipesa dal tempo come un ciclista irlandese in salita, secchiate d’acqua in faccia, collo irrigidito contro il vento.
Mi piace quest’assurda resistenza al destino, di una rosa che non guarda l’ora ma sboccia quando sente che deve, svampitella, impertinente come un cucciolo.
E mi piace ancora di piu’ il contrasto con il grigio pesante e gravido che le sta intorno,
e’ una fiammella che vacilla, che sembra sul punto di cedere, di piegare il capo e dire basta, e’ una fiammella che rimane invece li’, orgogliosa e fiera, a dire: io qui sono e qui resto, alla faccia del vento, della pioggia e del pensiero della gente.
PESCHE RIPIENE
(a quelli che resistono a pugni chiusi, a chi non si arrende mai)
3 pesche medie, vellutate e sensuali
12 amaretti
2 cucchiai di zucchero
2 cucchiai di burro
1 rosso d’uovo
1 bicchiere di vino bianco secco
montare bene il rosso d’uovo con meta’ zucchero,
impastarlo con gli amaretti sbriciolati e
un cucchiaio di burro.
Aprire le pesche a meta’, snocciolarle e scavarle un pochino,
quindi riempirle con l’impasto e appoggiarle su una teglia da forno.
Infiocchettare con burro, spruzzare generosamente col vino,
e infornare per 40 minuti a 180 gradi.
Servire a temperatura ambiente in un pomeriggio d’inverno,
meditando sulla difficoltà di trovare pesche in questa stagione.
E’ una ricetta per chi ama le vie difficili, poco allineate,
sempre un po’ in salita.
E che le percorre senza paura, perché il solo percorrerle
lo pone in salvo,
perche’ possiede la rosa rosa coraggiosa e niente può ferirlo.
una notte di dicembre,
aldo