Già. Persino lei. Bella, di successo, miliardaria. E sposata ad un miliardario. Eppure, le mani intorno al collo chiuse in una stretta che non sembra propriamente affettuosa, sono toccate anche a lei.
Ma non è questo che mi sorprende: sono abbastanza vecchia e smaliziata da sapere che che il germe della violenza contro le donne nasce e vive in ogni classe sociale, in qualsiasi fascia di reddito.
Quello che mi lascia basita è la *normalità* con cui è stata raccontata questa vicenda. Situazione: un ristorante. Un uomo ed una donna. Parlano, discutono. Ad un certo punto, la discussione – forse – si fa animata. E accade quello che si vede dalle foto. Ma nessuno interviene. Il fotografo scatta le foto dello scoop e gli altri avventori guardano tranquilli, godendosi lo spettacolo del *tanto, anche i ricchi piangono*. E Nigella rimane sola, con quelle mani intorno al collo. Poi si alza e va via, in lacrime. Nessun articolo parla di denunce verso il marito di violento, o almeno di segnalazioni alla polizia. E la vicenda finisce per ammantarsi della solita, terribile, aurea di quotidianità che accompagna tutte le storie di violenza sulle donne. Fatta di accettazione passiva, come se l’amore questo fosse: il consegnarsi anima e corpo a persone che di te possono fare quello che vogliono. Persino distruggerti fisicamente.
Una normalità che non riesco ad accettare, su cui non riesco a pensare di tacere. Certo, le mie parole sono una goccia nel mare: ma in fin dei conti i blog di cucina sono letti da donne, nella maggior parte. Donne che magari – anche solo per una volta – si sono trovate nella situazione di subire una violenza su cui hanno scelto di tacere. Donne a cui , però, vorrei dire *pensateci*. E soprattutto, andate via al minimo segno di violenza: chiedete aiuto, non tacete. Perché amare, non vuol dire *amare da morire*.Certo, questo poco conterà finché la violenza sulle donne non sarà considerata una piaga sociale da combattere anche attraverso leggi apposite, e finché sarà confusa con il delitto passionale (che spesso viene considerato un attenuante, per quanto incredibile possa sembrare anche la sola idea). Ma è un passo, sia pure piccolissimo. E soprattutto, non chiudiamoci nell’illusione che la cosa non ci riguardi, perché “tanto, a noi non può capitare“.
Ps. E dopo queste parole, un invito: quello di dedicare un post nel vostro blog al tema della violenza di genere. Insieme, possiamo parlare a molte donne. E, magari, aiutarle a capire che forse, prima di ieri, persino Nigella fosse convinta che tanto, a lei, non poteva capitare.