Questa ricetta di Labneh fatto in casa nasce da una vecchia discussione, quella sul Philadelphia. Perlomeno, nel forum dura da anni. Io non lo uso, non mi piace granché, trovo sia di scarsa qualità e – oltretutto – costa più di un formaggio degno di questo nome.
Sugli aspetti nutrizionali vi rimando a
Sonia, che ha già scritto sul tema e – quindi – mi risparmia la fatica di farlo io.
Sulla sua presunta bontà, dico una cosa sola: non fatevi abbindolare dalla pubblicità. Le ricette con cui tentano di convincerci a comprarlo non sono altro che la brutta copia della cucina a base di panna molto di voga negli anni ottanta. Come si fa a sostenere che possa essere buono un miscuglio di philadelphia, sciolto a caldo e mescolato a prosciutto cotto (anche qui: ma se il prosciutto è già cotto, perché ricuocerlo? Per trasformarlo in stoppa?), il tutto usato poi per condire la pasta? Ma si sa, il marketing di questi problemi non se ne pone: non è importante che il prodotto pubblicizzato sia buono, l’importante è che la pubblicità lo renda “appetibile”. E per questo, basta poco: un personaggio sufficientemente noto, che sia disposto a dire che si tratta di un prodotto *buono*. Anzi, no: ottimo. E il gioco è fatto. Ci è cascata anche la nonna di Irene, che un giorno, tutta contenta, le annunciato a pranzo “oggi ti ho preparato una cosa buona buona!!!“. Irene, che non ha grande stima del personaggio pubblicitario in questione (più di una volta mi ha chiesto come faccia a dire che il philadelphia sulla pasta è buono quando invece non lo è), ha fatto la personcina educata. Non ha detto nulla, lo ha assaggiato e lo ha pure mangiato. Salvo dirle alla fine “non lo fare mai più, per favore, perchè non mi piace” distruggendo, in un sol colpo, i sogni di gloria della nonna.
C’é da dire una cosa però. Mentre usato a caldo è pessimo, usato a freddo la sua nota acida può persino risultare piacevole. E allora, come si fa visto che la lettura dell’etichetta non è poi così rassicurante? Semplice: basta preparare in casa un suo buonissimo – e semplicissimo – sostituto.
Il Labneh fatto in casa, appunto.
Per preparare il Labneh fatto in casa serve solo dello yogurt. Intero. Magari un giorno vi racconto come prepararlo in casa, senza iogurtiera. Per ora, accontentiamoci di quello comprato.
Serve poi uno strofinaccio: e qui la cosa può essere rischiosa. Facile che gli strofinacci di casa, sia pur pulitissimi, siano impregnati di detersivo e ammorbidente. Meglio bollirlo, quindi: per una decina di minuti, in modo da cancellare ogni traccia di profumo (che rischierebbe poi di essere trasmesso al labneh, con effetti sul gusto non proprio piacevoli).
Detto questo, e bollito che sia lo strofinaccio (non serve farlo asciugare) , si mette semplicemente lo iogurt a colare dentro di questo e lo si appende, in modo da farlo sgocciolare.
Io lo tengo per una o due ore appeso alla maniglia di uno sportello della cucina, poi (una volta persa la maggior parte del siero, che proverò ad usare per impastarci del pane come questo, prima o poi…) lo sposto nel frigo, appoggiandolo su un colino a sua volta appoggiato su un piatto o su un tegamino.
Tutto qui. Poche ore e avete pronto il Labneh fatto in casa, un sostituto buonissimo e semplicissimo (nonché economicissimo) del Philadelphia.
Nei prossimi giorni, magari, qualche ricetta su come usarlo. Per ora, limitatevi ad assaggiarlo così, magari condito con un filo di olio. Ricordando che potete prepararlo sia in versione più cremosa – aggiungendo allo iogurt un po’ di panna, prima di prepararlo, in base ai gusti – o in versione light, utilizzando iogurt magro.