Premessa, la frittata di cipolle è una scusa. Anche le foto sono quello che sono (scattate una vita fa, nella vecchia cucina – poco luminosa – e con la vecchia macchina). Ma per raccontare della riduzione di aceto balsamico vanno più che bene.
Allora, il punto di partenza è una domanda di cooking planner, e cioè se può usare con il clafoutis alle fragole – al posto del balsamico tradizionale – la glassa all’aceto balsamico di una nota marca, che non cito per non farmi querelare. L’ho assaggiata quella glassa, confesso: primo, perché di solito non giudico senza provare. Secondo, perché mi piaceva la bottiglietta spargisalsa (che non ho usato, tanto mi ha fatto schifo il contenuto). La risposta, ovviamente, è stata “NO!”, ma visto che capisco che non tutti hanno la possibilità di procurarsi balsamico tradizionale a prezzo umano, ho provato ad offrirle un’alternativa. La riduzione, appunto: una crema densa, ottenuta da una cottura a bassa temperatura di un liquido di partenza. In questo caso, aceto balsamico del super (si fa quel che si può, lontano da Modena) con l’aggiunta di un buon miele non molto aromatico. Acacia, per esempio. O millefiori.
Nulla di difficile, comunque. Si procede esattamente come per la riduzione di passito.
150 gr di aceto balsamico (ri-sottolineo: stiamo parlando di quello del super, che non vi salti in testa di provarci con un balsamico vero, “tradizionale”).
50 gr di miele
Si cuoce a bagnomaria vivace, mettendo l’aceto in un tegamino stretto ed alto, infilato in una pentola di acqua più grande e piuttosto colma, per circa 3 ore, smettendo quando il liquido residuo pesa circa 75 o 50 gr (dipende dalla densità finale che si vuole ottenere).
Mentre è caldo è ancora piuttosto liquido, raffreddandosi diventa cremoso al punto giusto
Tutto qui: si conserva in frigo, una di quelle bottiglie di plastica col beccuccio che si usano per decorare, usandola al momento. Per esempio, per accompagnare una frittata di cipolle.
Per una persona:
2 uova
1 cipolla di media grandezza
olio e.v. di oliva
sale grosso
Si parte a freddo, tagliando le cipolle a fette sottili Le si mette poi in padella, cospargendole di sale grosso. Poi, fuoco al minimo e preparatevi ad aspettare: l’unico trucco di una frittata di cipolle buona, secondo me, è il tempo. Devono cuocere piano, senza rischiare di bruciarsi. Caramellandosi un po’ prima e poi divenddo morbidissime (in bocca, dovranno sciogliersi come una crema). Ci vorranno 30-40 minuti, non di più. Ma non sarà necessario aggiungere manco un goccio di acqua.
A questo punto, la frittata. Uova sbattute, aggiunta di cipolle e sul fuoco. A metà cottura, girate la frittata: con piatto, con salto o con coperchio, come vi pare. Purchè la giriate. Poi, appena pronta, nel piatto, accompagnata dalla riduzione di aceto balsamico
Ultma nota: io la preferisco fredda. Ma qui, de gustibus.